Palatina

Direttore: Roberto Tassiscarica la copertina in formato .pdf
Anno primo: 1957
Mese primo: gennaio-marzo
Anno ultimo: 1966
Mese ultimo: gennaio-marzo
Periodicità: semestrale, poi trimestrale
N. fascicoli: 33

 

In collaborazione con la Biblioteca della Fondazione Carlo e Marise Bo di Urbino

Scheda e indici a cura di Marta Bruscia 

«Palatina», rivista trimestrale di Lettere e Arti, è fondata a Parma nel gennaio 1957 (del gennaio-marzo 1957 il fascicolo n. 1); semestrali sono i fascicoli  del 1962 ( a. VI, n. 21/22 e 23/24), a cui seguono fascicoli trimestrali fino al luglio-dicembre1965 (a. IX, n. 31/32 ).

La pubblicazione chiude con il fascicolo del gennaio-marzo 1966 (a. X, n. 33). Ne è direttore responsabile Roberto Tassi, coadiuvato dal Comitato di Redazione del quale fanno parte Gian Carlo Artoni, Attilio Bertolucci, Giorgio Cusatelli, Francesco Squarcia, Giuseppe Tonna, a cui si aggiungono Giancarlo Conti e, dal fascicolo n. 226/227 dell’aprile-settembre 1963, Mario Lavagetto. La sede della Redazione è in Via Girolamo Magnani 4 a Parma, quella amministrativa prima a Milano, poi dall’ottobre-dicembre 1965 – in corrispondenza dell’uscita della nuova serie – nuovamente a Parma. La rivista è stampata dalla Tipografia La Nazionale di Parma.
 
Ricchi di illustrazioni – in bianco e nero e a colori – i fascicoli sono  strutturati in tre parti distinte delle quali la prima, più corposa, contiene articoli di letteratura, critica, arte e musica; la seconda –intitolata “Gli Anni” – è interamente dedicata alla storia, alla cultura e alle tradizioni di Parma, la terza –“Rassegna”– alle recensioni. Dal gennaio-marzo 1963 (a. VII, n. 25) è aggiunta la sezione “Le Occasioni”, con unica sospensione nel fascicolo successivo (aprile-settembre 1963), che presenta eventi di mostre, pubblicazioni di particolare interesse, spettacoli.
 
«Palatina» prende nome dalla omonima biblioteca parmense, a ribadire «un impegno che è di fedeltà alla cultura, ma nel più libero e avventuroso dei modi», come si legge nella pagina d’apertura del primo fascicolo. Accanto a pagine che privilegiano lo studio e la difesa di una irrinunciabile tradizione trovano infatti ampio spazio le più recenti esperienze culturali (si veda l’esempio dell’antologia Stile nuovo e tradizione a cura di Mario Lavagetto e Enzo Siciliano), in un felice clima di accordo e di equilibrato dominio: «Palatina, per dorato che suoni il suo nome e aristocratico, è aperta alle più azzardate avventure artistiche. Pur che non si tratti di presuntuose velleità».
 
Di particolare rilievo l’attenzione rivolta all’arte figurativa da parte di Roberto Tassi, di Francesco Arcangeli, e anche di Cesare Brandi, così come al nesso letteratura e arte, settori che vivono in simbiosi o, comunque, in necessario reciproco richiamo e nutrimento; importante e significativo da questo punto di vista è l’intervento Parma pittrice di Andrea Emiliani e Giorgio Cerboni Baiardi.

Oltre ai saggi, la maggior parte dei quali firmati nelle varie sezioni dagli stessi redattori (ma presenti sono anche le firme di Piero Bigongiari, Oreste Macrì, Carlo Bo, Renato Poggioli, Giacinto Spagnoletti, Enzo Siciliano, Alberto Arbasino), numerose sono le pagine dedicate alla poesia – tra le altre quella di Attilio Bertolucci, Alberto Bevilacqua, Giorgio Caproni, Mario Luzi, Alessandro Parronchi, Vittorio Sereni – e a quelle dei prosatori Giorgio Bassani, Carlo Cassola, Silvio D’Arzo, Antonio Delfini, Beppe Fenoglio, Carlo Emilio Gadda, Mario Tobino.

 

bibliografia

Lagazzi P., (a cura di), Palatina 1957-1966. Antologia, Parma, La Pilotta, 1966