Vela latina

Direttore: Francesco CangiulloScarica la copertina in formato .pdf
Anno primo: 1915
Mese primo: ottobre
Anno ultimo: 1916
Mese ultimo: marzo
Periodicità: irregolare
N. fascicoli: 15

In  collaborazione con il MART, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

La Balza futurista
Dinamo
Dinamo futurista
Futurismo - Artecrazia
Lacerba
Noi
Poesia (1905-1909)
Sant'Elia

Scheda, indici e immagini a cura di Francesca Rocchetti

«Vela Latina» era una rivista insolita diretta a Napoli da Ferdinando Russo, giornalista, poeta dialettale di grande forza e letterato sensibile allo svolgimento del dibattito delle idee e all’apporto creativo delle nuove generazioni. Il settimanale, che poi diventerà quindicinale, stampato in folio da giornale, ospitava soprattutto articoli di natura letteraria e filosofica e testi di autori in lingua o in dialetto. Le rubriche di recensioni e di corrispondenza con i lettori dicevano molto di più, rispetto al resto del periodico, su orientamenti, umori e fermenti del momento.

Dal n. 41 dell’ottobre 1915, Russo, entusiasticamente, mette il giornale a disposizione dei suoi amici che orbitano attorno al movimento di Marinetti e affida al poeta Francesco Cangiullo la responsabilità di coordinare e stampare due pagine con testi e interventi futuristi: inizialmente gli scritti appariranno solo sulla prima pagina; le pagine diventeranno due dall’8 gennaio 1916 fino al numero del 4 marzo dello stesso anno, quando la rivista sospenderà le pubblicazioni per mancanza di carta. Alla ripresa, che avverrà il 15 novembre del 1916, non ci sarà più traccia delle pagine futuriste.

Il foglio raccoglierà il testimone, insieme alla messinese «La Balza futurista», mentre lo stato maggiore del Futurismo è impegnato al fronte o è preso da interessi più urgenti, dovuti alla guerra. La fedeltà e l’ammirazione nei confronti di Marinetti verranno immediatamente dichiarati nell’editoriale di avvio: «Dobbiamo essere grati a Marinetti, uomo e poeta italiano di qualità formidabili che creò nel nostro Glorioso Paese – sola terra in cui poteva nascere – l’unico movimento europeo interessante dal lato Arte e dal lato Patria: il Futurismo.
Coll’onesto e lieto omaggio di questa pagina, contenenti originalità e bellezze degne di quanto ha di singolare la poesia contemporanea, inviamo i nostri saluti al volontario Marinetti e alla sua balda schiera di seguaci volontari, la quale, dopo aver dato indubbie prove di valore con la penna, lo scalpello e il pennello nelle opere, e coi cazzotti nelle piazze, corre a battersi, ora al fronte, con molto più slancio – la baionetta puntata avanti! – contro un molto più odiato nemico!» («Vela latina», n. 41, 14-20 ottobre 1915).

Come ricorda Raffaele Giglio nel suo saggio dedicato a «Vela Latina» (apparso in: «Rivista di letteratura italiana» a. XXIII, n. 1/2, vol. II, pp. 467-472) «l’apertura ai futuristi fu soprattutto una mossa […] che dava la possibilità di evitare la morte della rivista, che non godeva di buona salute; con i futuristi ci fu un’inversione di tendenza e il rinnovamento del periodico portò lo stesso verso porti più sicuri e in ambienti di lettura più alla moda».

Cangiullo si adopererà per fare del periodico la cassa di risonanza delle iniziative futuriste, preparerà interventi e operazioni promozionali, metterà in contrapposizione scrittori maggiori e minori e farà conoscere autrici illetterate ma d’ingegno come Marietta Angelini, prima cameriera di casa Marinetti – che collaborerà alla rivista con le due tavole parolibere, Ritratto di Marinetti e Ritratto di Cangiullo –, lancerà nuovi talenti come il fratello tredicenne Pasqualino, il cui ingegno, secondo Marinetti, Russo e Jannelli «è addirittura allarmante e spaventoso».

Oltre ai testi dedicati al teatro sintetico e una quarantina di tavole parolibere, grande rilievo assumerà il Manifesto futurista ai Pittori Meridionali, stampato sul quarto numero del febbraio 1916, in cui Boccioni prospetta un’interessante  coniugazione della ricerca del nuovo e della modernità con il primitivismo e l’anarchismo della cultura popolare napoletana, oltre che con l’eccesso vitalistico delle popolazioni meridionali.

Nonostante la sua breve avventura, le poche pagine futuriste di «Vela latina» hanno indubbiamente contribuito a rendere meno passatista una rivista che, nel complesso, dimostrava qualche carenza di progettazione e di svolgimento; possono inoltre essere d’aiuto a chi voglia accingersi allo studio del futurismo italiano e partenopeo e alla cultura meridionale dei primi anni del Novecento.

 

bibliografia

  • Vela latina, ristampa anastatica, con introduzione di Stelio M. Martini, Firenze, Spes-Salimbeni, 1979
  • Cangiullo F., Marinetti e Ferdinando Russo, «Il Mattino», 14 febbraio 1929 
  • Caruso L. Francesco Cangiullo e il futurismo a Napoli, Firenze, Spes-Salimbeni, 1979
  • Giglio R., «Vela latina», «Rivista di letteratura italiana» a. XXIII, n. 1-2, vol. II, pp. 467-472 
  • Nazzaro G.B., Il futurismo in «Vela latina», in D'Ambrosio M. (a cura di), Il Futurismo a Napoli, Napoli, Morra, 1995
  • Piscolo U., Vela latina, in Il dizionario del futurismo, Firenze, Vallecchi, 2001, pp. 1211-1212