Tam Tam

Scarica la copertina in formato .jpgDirettore: Valerio Miroglio, Adriano Spatola, Giulia Niccolai
Luogo: Mulino di Bazzano (Parma)
Anno primo: 1972
Mese primo: -
Anno ultimo: 1991
Mese ultimo: -
Periodicità: trimestrale; irregolare
N. fascicoli: 64

 

Si ringrazia Maurizio Spatola per la preziosa collaborazione al progetto e il prestito dei fascicoli di «Tam Tam» 

Scheda a cura di Sergio Scartozzi

«Tam Tam. Rivista trimestrale di poesia» è nata per iniziativa di Adriano Spatola e di Giulia Niccolai all'inizio del 1971, con Valerio Miroglio direttore responsabile. Il primo numero è stato pubblicato nel 1972. A partire dal n. 6-7-8, «Tam Tam» ha potuto contare su un comitato redazionale più ampio ed eterogeneo: ai direttori Spatola e Niccolai si sono infatti affiancati Giovanni Anceschi, Franco Beltrametti, Gerald Bisinger, Giorgio Celli, Corrado Costa, Carlo Alberto Silla e altri intellettuali italiani e stranieri.

Dal n. 1 al n. 5 (1973) il periodico ha avuto la copertina nera su cui risaltava un'elegante elaborazione grafica di «Tam Tam» in bianco con lettere colorate corrispondenti al numero di fascicolo. Il design di Anceschi è stato mantenuto nei successivi numeri, ma la copertina è divenuta chiara (bianco e/o ocra) con caratteri in nero. Fino al n. 22-23 il formato di «Tam Tam» è stato di 11,5x16,5 cm.; in seguito si è optato per un taglio maggiore (16x22 cm.) salvo poi ritornare a un formato piccolo (12x17: n. 29-44), quindi scegliere l'album orizzontale (30x21,5 cm.) che sarebbe stato mantenuto fino alla chiusura della rivista. Dal n. 24 in poi la copertina di «Tam Tam» ha ospitato anche motivi pittorico-grafici.

La periodicità di «Tam Tam» è stata trimestrale, tuttavia sono state molte le interruzioni registrate lungo il suo percorso editoriale (la più significativa è occorsa fra il luglio del 1979 e l'ottobre del 1980); di conseguenza non sono stati rari i casi di fascicoli accorpati (n. 6-7-8, n. 10-11-12; n. 14-15-16, n. 22-23, per citare alcuni casi). È interessante la variazione a cadenza regolare del sottotitolo: l'originale «Rivista trimestrale di poesia» (1972-1977) è stato modificato in «Rivista internazionale di poesia» (1977-1978), poi «Rivista di poesia, apoesia e poesia totale» (1979-1981), infine senza didascalia dal 1981 al 1991. Dopo la sospensione del 1979-1980 e parallelamente al canale ufficiale, «Tam Tam» ha pubblicato diversi numeri speciali «composti da un unico autore e contrassegnati dal numero del fascicolo di riferimento e da una lettera dell'alfabeto» (Lorenzo Berti).

Per quanto concerne la poetica o la linea culturale di «Tam Tam», nell'editoriale del n. 2 (1972) Spatola esprime l'obiettivo di definire e proporre alla letteratura italiana di primi anni Settanta «una poesia autosufficiente»: interessata a quanto determinava la scena artistica contemporanea (la musica, il teatro, il cinema) in particolare in chiave underground (il milieu dal quale «Tam Tam» era sorta e dove voleva inserirsi), con una propensione per lo sperimentalismo poetico-pittorico/visivo – negli anni numerose poesie concrete o visuali avrebbero occupato le pagine del periodico, da Yutaka Ishi e Matjaz Hanzek del n. 1 ai Tre frammenti di portale di Spatola del n. 22/23 (1979) - non senza occuparsi di poesia tradizionale e con un disinteresse più o meno ostentato riguardo alla piega “politica” della lirica italiana anni Sessanta/Settanta (tendenza esplosa con l'affermazione del Gruppo 63).

A fronte delle specificità appena denunciate, negli anni i contributi editi da «Tam Tam» sono stati sostanzialmente gli stessi di quelli divulgati dalle riviste italiane di poesia: prime edizioni di componimenti; antologie; riedizioni e traduzioni di poeti contemporanei; interventi di carattere poetico, poetologico e sociologico; saggi di critica letteraria; rassegne editoriali (nella fattispecie cataloghi, antologie e riviste pubblicate da Geiger). Tra gli altri, hanno scritto sul periodico John Cage, Annalisa Cima, Milo de Angelis, Giovanni Fontana e Antonio Porta.

In ottica ideologica o programmatica si ricordano i tre saggi ospitati dal fasc. n. 1: «Tam Tam», La poesia sta diventando (p. 2); Mario Ramous, Lettera agli azionisti (pp. 3-7); Corrado Costa, Le nostre posizioni (pp. 8-9). Qui emergono in modo eccezionalmente chiaro le preoccupazioni, gli interessi, gli obiettivi connessi al progetto «Tam Tam»: a fronte di una società e cultura preoccupate di delimitare il campo d'azione dell'arte, di escogitare la formula artistica migliore, esportabile e commercializzabile, i collaboratori di «Tam Tam» affermavano il bisogno della poesia di porsi e di «progettarsi intanto come ricerca autonoma sulle proprie ragioni», quindi sulla sua essenza intramontabile e soggetta a continui mutamenti in accordo alle trasformazioni della civiltà che di volta in volta la esprimeva e la esprime (Editoriale).

Ramous parla di una lirica da ritrovare in rapporto a (o meglio in conseguenza di) un consolidamento del potere e di una concomitante/conseguente regressione o “schiavizzazione” dell'intelligenza (offrendo il fianco a un discorso politico abbastanza chiaramente subordinato dai collaboratori di «Tam Tam» al dibattito sulla natura e sulle forme dell'arte, dicevamo poc'anzi). Ne proviene una sensazione di forte incertezza sul destino e ancor prima sul significato della parola poetica autentica (perciò a- o addirittura anti-commerciale) nel mondo contemporaneo.

Un'incertezza e una logica medievale-capitalistica da combattere emancipandosi dal mainstream (di qui l'impostazione underground del periodico: autofinanziato e autorealizzato); plasmando, appunto, una poesia (e tout court un'arte) non di consumo o di rapida fruizione, bensì sincretistica, onnivora, fondata sull'«unicità», l'«unità», la fedeltà a un piano di rinnovamento che fosse anche e soprattutto un piano di ricerca sulle potenzialità inespresse dell'arte, ossia sulla relazioni trasversali fra le varie discipline espressive: dei piedi che vanno coordinati per poter procedere oltre; dei rami avvolti in un unico nodo, o delle ali che solo in accordo consentono il volo (Costa).

Vanno segnalati inoltre due notevoli contributi dei nn. 3-4 e 5, il primo a firma di Costa (Il territorio alle spalle, pp. 13-15), il secondo di Spatola (Visibile mentale, pp. 3-8), entrambi focalizzati sulla poesia concreta e/o visiva, cioè, in senso lato, sul rapporto tra immagine e scrittura poetica/poesia che può dirsi il vero fulcro tematico di una rivista culturale altresì varia e ricettiva rispetto alle forme assunte e in assunzione dal testo ultracontemporaneo (poetico, apoetico e iper-poetico citando/parafrasando la menzionata didascalia di «Tam Tam» 1979-1981).