Verità o compromesso? Il dilemma de Gli Ovipari

di Enrico Piergiacomi

Visto al Centro Teatro di Trento

Drammaturgia: Francesco Guatieri
Regia: Settimio Petrucci
Cast: Umberto Dassi
Alice Fronza
Anita Girelli
Francesco Guatieri
Anna Serlupini
Maja Urukalo

Gli Ovipari di Francesco Guatieri è un testo che “teatralizza” un dilemma. Posti dentro una società basata su rigide regole di comportamento che, tuttavia, si rivelano false e infondate a un’analisi razionale, cosa occorre fare? Si deve dire e diffondere la verità, perché questa è la cosa giusta da fare? Oppure è cosa doverosa e saggia mantenere il falso?

Guatieri ha chiaro che questo è il dilemma fondamentale di cui soffre l’umanità odierna. Ma invece di affrontarlo direttamente con una vicenda di stampo realistico, vi riflette sopra usando un’analogia poetica.
Supponiamo un mondo del tutto simile al nostro, ma strutturato sulla credenza (che di per sé sarebbe semplicemente smentita dalla conoscenza della fisiologia umana) che uomini e donne sono esseri ovipari. Immaginiamo, poi, che tale credenza pervada ogni aspetto della società – da quello economico a quello religioso – e implichi un’altra opinione collettiva, ossia che chiunque commetta un atto impuro non genererà un figlio o una figlia producendo un uovo, bensì con un parto mammifero. E infine, ipotizziamo che tutte le coppie di sposi decidano di simulare – come Lezie ed Erme, protagonisti de Gli Ovipari – di raccontare agli altri membri della comunità di aver covato la loro prole. Se un giorno queste credenze dovessero manifestarsi come false, si deve operare in direzione della verità, oppure scegliere il compromesso per quieto vivere?
La risposta al riguardo non viene volutamente fornita. Gli Ovipari si propongono, infatti, di mostrare le assurdità e le peripezie ridicole a cui queste false credenze conducono, danno modo ai giovani ma bravi attori coinvolti nello spettacolo di dare prova delle loro capacità comiche / interpretative e mostrano, sul finale dell’opera, le diverse ragioni che potrebbero indurre ad alimentare il falso. Tra queste, sono menzionate, ad esempio, la paura delle ritorsioni dei molti contro colui che dice la verità, il desiderio di lucrare sopra lo status quo (lo spettacolo sottolinea, infatti, come l’inganno collettivo viene perpetrato corrompendo medici e terapeuti), la consapevolezza che troppe persone troverebbero la scoperta del vero intollerabile e distruttiva, dunque che riparare alla storture attuali implicherebbe la caduta in una situazione ancora peggiore.
Agli spettatori è lasciata così aperta la scelta di sciogliere il dilemma come ritengono opportuno. Alcuni preferiranno il compromesso e la ricerca della forma di menzogna più indolore possibile. Altri – più innamorati del vero – troveranno forse il modo di dire la verità al momento giusto, cercando di rendere più fluido e meno traumatico il passaggio dall’inganno alla conoscenza autentica.