Arianna è un archivio informatizzato di immagini e testi relativi alla drammaturgia shakespeariana, che si estende su un arco cronologico che va dall’epoca di Shakespeare ai giorni nostri. Il database contiene attualmente circa 16.000 immagini e relative schede iconografiche, con possibilità per l’utente di compiere ricerche semplici o combinate, specifiche o trasversali, seguendo linee tematiche e percorsi personalizzati. Concepito come un meta-archivio, il progetto intende tracciare un filo di continuità fra le rappresentazioni del passato e gli spettacoli contemporanei, creando una rete virtuale di archivi teatrali che parte da quelli delle istituzioni del territorio, ma si estende a un ambito più vasto. Contiene documenti figurativi molto eterogenei, che vanno dai dipinti liberamente ispirati ai drammi di Shakespeare alle foto di scena, dai figurini alle illustrazioni delle edizioni. Include sia il teatro di prosa che il teatro lirico, e contiene anche documenti testuali, dagli adattamenti alle locandine di scena. La piattaforma è in costante aggiornamento ed è consultabile al sito: http://arianna.lett.unitn.it/search/
Com’è nato il Progetto? Così racconta la prof. Sandra Pietrini:
«L’idea di costituire un database sull’immaginario ispirato ai classici e ai loro adattamenti è nata nel 2010. Avendo collaborato per anni a un progetto di iconografia teatrale dell’Università di Firenze, Dionysos, avevo maturato un certa esperienza in materia. La pubblicazione di Dionysos in CD-rom nel 2006 aveva posto termine al progetto e sentivo la mancanza di un progetto collettivo, qualcosa di concreto come un archivio da lasciare in eredità alle generazioni future: scrivere libri è un’esperienza esaltante, ma è un’attività che si svolge quasi sempre in solitudine, fuori dalle dinamiche del lavoro di gruppo. Da qui la nuova sfida: creare un archivio iconografico più specifico, sulle raffigurazioni relative ai classici. L’elaborazione di un database digitale modellato sulle nostre esigenze è stata affidata al tecnico di Ateneo Stefano Bernardini, che per primo ha creduto al progetto e ci ha fornito una maschera di ricerca con i campi e le parole che avevamo concepito. Ricordo ancora la prima mascherina da me disegnata a mano e scansionata come bozza da cui partire per l’interfaccia grafico… quanto lavoro, e quante nuove tappe e traguardi erano ancora di là da venire! Negli anni successivi, grazie alla collaborazione di un piccolo gruppo di studentesse e laureate, il progetto si è precisato, con continue rielaborazioni e ottimizzazioni delle funzioni di ricerca e dei dizionari controllati. Una sfida nata al femminile, dunque, e perciò lo abbiamo chiamato Arianna, con evidente riferimento al progetto Dionysos ideato a suo tempo dal mio maestro, Cesare Molinari.
Ben presto ci siamo resi conto che l’immaginario figurativo shakespeariano sopravanzava di gran lunga quello degli altri classici, sia dal punto di vista quantitativo sia per la varietà dei temi iconografici, per cui abbiamo deciso di focalizzare la raccolta e catalogazione dei documenti a questo ambito. Nel frattempo, il progetto ha ottenuto un finanziamento su un bando biennale sugli archivi erogato dalla Fondazione Caritro, con Pergine Spettacolo Aperto come capofila e il Centro Culturale Santa Chiara come partner: dal 2011 al 2013, grazie al sostegno di queste istituzioni, sono stati raggiunti importanti traguardi anche nella divulgazione del database, che è stato messo in rete dalla dita informatica HG blu, di Alain Nardelli, e ha dato luogo in marzo 2013 a un primo convegno internazionale dal titolo Picturing Drama. Illustrazioni e riscritture dei grandi classici dall’antichità ai nostri giorni, di cui sono usciti gli atti. Nel frattempo sono state istituite collaborazioni con importanti istituzioni italiane e straniere, con l’ampliamento di determinati ambiti storico-geografici ancora poco rappresentati, come l’area ispanica, e tematici, come il teatro lirico. Dal 2013 al 2015 il progetto ha ricevuto un nuovo impulso dalla collaborazione di Valeria Tirabasso, che ha svolto il suo dottorato di ricerca sulla Tempesta di Shakespeare e ha coordinato per oltre due anni l’équipe trentina. E’ stata inoltre data la possibilità, agli studenti trentini, di collaborare al progetto mediante un tirocinio presso il Laboratorio Teatrale. Dal 2015 è stata inoltre creata una nuova importante collaborazione, con la Fondazione del Teatro Massimo, che da allora ha sostenuto ogni anno il progetto con un contributo finanziario e ha messo a disposizione il materiale del proprio archivio storico, già in parte inserito e catalogato nel database. Per agevolare la consultazione del nostro archivio shakespeariano abbiamo tradotto la maschera di ricerca e i lemmi dei campi a dizionario controllato in inglese e in ottobre 2015 si è svolto il secondo convegno internazionale sull’archivio ("Shakespeare off-scene. Shakespeare un-seen": le scene solo raccontate nell’iconografia shakesperiana), anch’esso confluito in un volume.
Il 2016 e il 2017 sono stati anni di transizione, durante i quali ci siamo concentrati sul perfezionamento dei contenuti esistenti, grazie a capillari revisioni delle allora oltre 11.000 schede, e su acquisizioni mirate (per esempio di edizioni illustrate e altre serie di particolare interesse scientifico). Ma è stata soprattutto avviata e portata a termine un’altra sfida: una rielaborazione della piattaforma per consentire a tutti gli operatori e collaboratori di lavorare direttamente online, che è stata affidata alla ditta informatica Maxmile. Anche questo importante traguardo è stato finalmente raggiunto all’inizio del 2018. Nel frattempo, dal 2017 il coordinamento del gruppo di lavoro, a cui si affiancano periodicamente dei tirocinanti, è stato affidato al dottore di ricerca Enrico Piergiacomi, già collaboratore del progetto. Attualmente, il database è online su un server dedicato di Ateneo e contiene oltre 16.000 schede, di cui quasi 14.000 sono pubblicate. La prossima sfida è tradurre tutto l’archivio in inglese, ovvero completare la traduzione dei campi più discorsivi (Title, Description e Annotations) per rispondere alla vocazione internazionale del progetto. Un’altra sfida impegnativa, che richiederà risorse umane ed economiche non indifferenti. Ma ce la faremo!».