Direttore: Direzione collegiale
Anno primo: 1937
Mese primo: gennaio
Anno ultimo: 1938
Mese ultimo: novembre
Periodicità: mensile
N. fascicoli: 23
Scheda e indici a cura di Luca Penasa
Immagini a cura di Francesca Benci
«Hora de España» viene fondata nel gennaio del 1937 da un gruppo di giovani intellettuali repubblicani: Antonio Sánchez Barbuto, Rafael Dieste, Manuel Altolaguirre, Juan Gil-Albert e Ramón Gaya, finissimo disegnatore che si occuperà delle illustrazioni. A loro si aggiungeranno, nel corso dei quasi due anni di vita della rivista, Arturo Serrano Plaja, Ángel Gaos, María Zambrano, lo scultore Ángel Ferrant, Enrique Casal Chapi, José María Quiroga Plá, il musicista Rodolfo Halfter. I componenti del gruppo erano molto giovani (il maggiore di loro aveva solo 31 anni), ma già noti all’interno della scena letteraria spagnola e riuscirono ad ottenere la collaborazione di altri scrittori di fama internazionale. Questi costituivano il «Consejo de colaboración», che non aveva tuttavia poteri decisionali: si limitava a fornire scritti e ad avallare le decisioni della redazione. In principio la sede della rivista fu a Valencia, considerata la capitale culturale della Repubblica; nel gennaio 1938 verrà spostata a Barcellona.
La scelta di pubblicare una rivista in quel periodo non fu casuale: pochi mesi prima, nel luglio 1936, era scoppiata la Guerra Civile, nella quale si fronteggiavano le armate del generale Franco, spalleggiate da Italia e Germania, e l’esercito repubblicano, appoggiato dall’Unione Sovietica e dal Messico. I fondatori e collaboratori del periodico erano tutti di fede repubblicana e questo fece sì che cultura e politica si intrecciassero nei loro scritti. Esemplare è, in questo senso, il Secondo Congresso Internazionale degli Scrittori, tenutosi nel luglio 1937 a Madrid e a Valencia, del quale viene fornito, nell’ottavo fascicolo della rivista, un ampio resoconto, inclusi i discorsi pronunciati dai partecipanti. L’enfasi è tutta concentrata sulla lotta contro il fascismo e sull’appoggio morale di tutti i popoli democratici d’Europa.
I primi numeri della rivista ospitavano la rubrica “Testimonios”, in cui venivano riportate testimonianze dal fronte; in “Comentario político”, invece, venivano analizzati e commentati i principali avvenimenti politici spagnoli accaduti nell’ultimo mese. Oltre a questi spazi riguardanti l’attualità, ve ne erano altri più strettamente legati ad un contesto culturale e letterario.
Sulle pagine di «Hora de España» trovarono spazio le opere narrative, poetiche o teatrali dei collaboratori, accanto a numerosi saggi, i quali in diverse occasioni si trasformavano in discussioni erudite che si protraevano per più numeri. Vi era inoltre una sezione, denominata “Notas”, che si occupava delle recensioni delle ultime pubblicazioni sia letterarie che musicali. Infine, veniva valorizzato il passato con la riproposta di scrittori e poeti non contemporanei, spesso ricordati in occasione dei loro anniversari di nascita o morte.
La maggioranza dei collaboratori era di nazionalità spagnola, ma va notata la presenza di un certo numero di sudamericani e di europei di altre nazionalità, tutti accomunati dall’opposizione al fascismo. Alcuni di essi si trovavano in Spagna proprio per combattere sul fronte contro l’esercito di Franco.
I primi ventidue numeri furono pubblicati con una certa regolarità; l’ultimo, datato novembre 1938, fu stampato nel gennaio 1939. Pochi giorni dopo, Barcellona fu conquistata dalle truppe franchiste che distrussero quasi tutti gli esemplari, tant’è vero che per anni si credette che quest’ultimo numero fosse andato perduto definitivamente.
Nel 1972, per iniziativa della Casa Editrice Detlev Auvermann (che sarà poi sostituita dalla Topos Verlag AG del Liechtenstein) e dell’Editorial Laia di Barcellona viene pubblicata la versione anastatica dell’intera rivista, che verrà, pochi anni dopo, integrata con il ventitreesimo numero, di cui furono scoperti alcuni esemplari salvati dalla distruzione.
bibliografia
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